La guerra civile globale, gli studenti e gli Atenei
Tratto da La Stampa, articolo di Massimo Cacciari Gli studenti in protesta sono un bel segnale: difendano i loro colleghi palestinesi...
Tratto da La Stampa, articolo di Massimo Cacciari Gli studenti in protesta sono un bel segnale: difendano i loro colleghi palestinesi...
Articolo di Paolo Naso Oggi stiamo con Israele. Non possiamo considerare azione di guerra per la liberazione di un popolo una...
Dovremmo sottrarci alla logica bellica degli opposti schieramenti in campo (filopalestinese, filoisraeliano) e adottare un punto di vista che vada...
Tratto da La Bottega Del Barbieri Manifestare a sostegno dei diritti del popolo palestinese sta incredibilmente diventando un atto che in...
Articolo di Marc Knobel tradotto da La Regle Du Jeu Sabato 7 ottobre 2023, l'organizzazione terroristica di Hamas ha lanciato un'offensiva...
Celebrare l’International hijab day mentre le donne iraniane – e non solo le donne – mettono a rischio la loro vita per eliminare il chador è una sconfitta culturale e politica di chi, in occidente, sostiene di difendere i diritti delle donne. Paradossalmente in occidente si difende il diritto di portare il velo mentre nei paesi musulmani le donne lottano per il diritto a non portarlo.
Denunciare l’apartheid israeliana contro la popolazione palestinese è un’attività politica, quindi non si può fare. Lo sostengono l’azienda dei trasporti di Torino e Mondadori a Milano, proprietarie degli impianti che ospitano pubblicità sui pannelli luminosi delle pensiline. La campagna non gradita è nata dal basso a Firenze per denunciare, anche sulla base del dossier di Amnesty International, le leggi e le violente pratiche di oppressione dello Stato ebraico che nega il diritto all’autodeterminazione – e ad esistere come popolo – ai palestinesi. Sulla possibilità di utilizzare il concetto di apartheid, non necessariamente identico a quello adottato fino al 1991 in Sudafrica, si veda anche l’ampia e bella recente intervista a Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu per i diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati.
I pannelli luminosi che riportano la denuncia di Amnesty e la condanna dell'Apartheid israeliano devono spegnersi a Torino e mai accendersi a Milano.
I contratti stipulati sono stati rescissi e il danaro già versato sarà restituito.
L’Azienda Trasporti GTT, proprietaria degli impianti a Torino, non ammette messaggi di connotazione politica e Mondadori a MILANO inibisce il caricamento di messaggi con richiamo ad attività politiche.