Tratto da Centro Studi Sereno Regis di René Wadlow

Il 12 febbraio è la Giornata internazionale contro l’uso dei bambini soldato promossa dalle Nazioni Unite.  Gli sforzi per contrastare l’impiego di persone di età inferiore ai 18 anni nelle forze armate sono iniziati con iniziative non governative nel 1979, anno che l’ONU aveva proclamato “Anno internazionale del bambino”.

Nicolas Hulot, che in seguito divenne noto in Francia per i suoi reportage sull’ecologia e la difesa dell’ambiente, aveva scritto “Ces Enfants qui souffrent” (Parigi: Sipa-Press, 1978).  L’autore ha messo in evidenza i bambini che muoiono per la malnutrizione, le malattie e le ferite causate da guerre e disastri naturali.  Il grido di coscienza di Hulot mostrava i bambini che combattevano e venivano addestrati a combattere in una serie di Paesi in diverse parti del mondo.

Tratto da La Stampa di Francesca Paci Aveva tre anni l’ultima vittima del Mediterraneo, l’hanno trovata insieme a decine di naufraghi gli uomini della Guardia di Finanza ieri, nelle ore in cui l’Argentina incassava la Coppa del Mondo e i parlamentari italiani riponevano il telefonino per archiviare la finale più sudata e tornare a discutere la legge di bilancio. Sarà una manovra meno ostile a Bruxelles di quanto il governo avrebbe voluto mostrare agli italiani, suggeriscono i primi indicatori. In compenso però, si accelererà sui migranti, quel famoso pacchetto di ulteriori restrizioni per le ong del mare che sarebbe atteso a gennaio ma potrebbe anche saltar fuori prima, quasi fosse una compensazione muscolare per le obbligate retromarce economiche. Con le nuove norme in arrivo, che in gran parte ricalcheranno il modello del codice Minniti, le competenze della domanda di asilo dovrebbero incardinarsi nel Paese di bandiera della nave, quindi, per esempio, i naufraghi soccorsi dalla norvegese Ocean Viking sarebbero obbligati a presentare la loro richiesta a bordo e da lì indirizzarla a Oslo. Un’antica tesi che, al netto di tanto buon wishful thinking, contrasta in pieno con il diritto dell’Unione europea, la cui procedura è scritta nero su bianco nei criteri previsti dal Regolamento Dublino III e dalla Direttiva procedure, dove l’ipotesi di equiparare territorialmente un’imbarcazione al proprio Stato di provenienza semplicemente non c’è. Perché mai riproporre allora ancora una volta una soluzione che si sa essere impraticabile? Il sospetto è che proprio nell’ora più buia della manovra meno identitaria tornino buoni i migranti, la vecchia carta da giocare per dimostrare che il governo italiano non è sempre compiacente con Bruxelles, che almeno sugli sbarchi senza redistribuzioni in Europa non cederà, che seppure non c’è alternativa all’assegnare un porto sicuro alle navi delle ong lo farà solo e soltanto alle sue precise condizioni.
Tratto da Huffpost, di Aldo Premoli  Il presidente della Commissione cultura di Montecitorio esterna in modo grossolano. In contrasto con le iniziative di due tra i più noti hub al mondo: il museo di Parigi e la Fondation Beyeler a Basilea Federico Mollicone, assurto agli onori delle cronache per la sua comica esternazione "in difesa della famiglia" nei confronti del cartone animato Peppa Pig è ora addirittura divenuto presidente della Commissione Cultura della Camera. Fedele al suo mentore Giorgia Meloni in questa nuova veste ha immediatamente colto l'occasione per esternare contro migranti e ONG. Durante la trasmissione su La7 L'aria che tira ha dichiarato che: "strumentalizzare gli immigrati come scudi umani è un atteggiamento indecente ed è fatto per sostenere questo circuito delle Ong, che di fatto è anche economico (...)". Tutto questo mentre il nuovo governo italiano ingaggiava un malgestito scontro diplomatico con le autorità francesi sulla questione legata al possibile approdo di Ocean Viking con 230 migranti a bordo. Impossibile non chiedersi perché Mollicone sia andato a sbattere immediatamente sulla questione migranti quando il ruolo della cultura da sempre è quello di creare ponti anziché innalzare barriere. Da tempo non si assisteva a un gesto così grossolano da parte di un decisore a capo di un'istituzione culturale. Quel che accade altrove è presto detto. Significative sono le recentissime iniziative di due tra i più noti hub culturali al mondo, il Louvre a Parigi e la Fondation Beyeler a Basilea.