Tratto da Una Parola al Giorno, di Salvatore Congiu re-al-tà SIGNIFICATO Totalità di ciò che esiste; mondo concreto, materiale ETIMOLOGIA da reale, derivato dal latino res ‘cosa’. es. «Ha...

Tratto da unaparolaalgiorno, di Salvatore Congiu ra-gió-ne SIGNIFICATO Facoltà umana di discernere, stabilire connessioni logiche tra idee e formulare giudizi, che è base della conoscenza

ETIMOLOGIA dal latino ratio ‘calcolo ragione’, derivato di ratus, participio passato di reri ‘calcolare, ritenere, considerare’.

  • «Hai ragione tu.»
Avere l’uso della ragione (facoltà del pensiero), esporre le proprie ragioni (argomentazioni), avere ragione (essere nel giusto), avere ragione dei nemici (imporsi, vincere), chiedere ragione (conto) di qualcosa, non avere ragione (motivo) di essere, in ragione (in proporzione) diretta o inversa, ragione sociale (nome commerciale indicante anche i rapporti tra i soci), e infine i Palazzi della Ragione (tribunali) di città come Padova e Vicenza. È strabiliante la quantità di accezioni di questa parola, e ancor più che derivino tutte dal significato di base del latino ratio, rationis – calcolo, conto – da cui si passa al bilancio, e quindi alla proporzione, al rapporto tra due quantità, e alla regola, al criterio (perciò parliamo di extrema ratio, e in inglese ratio – pronunciato grossomodo réscio – significa appunto ‘rapporto, proporzione’). Ma dove c’è calcolo, ovviamente, c’è interesse, tornaconto, che ognuno – quando cerca di ‘far valere le proprie ragioni’ – rivendica come diritto soggettivo, che volentieri però si afferma come oggettivo, come giustizia. Anche alla ragione come facoltà del pensiero si arriva tramite il calcolo: calcolare è stimare e discernere, e non a caso raccolta e selezione dei dati sono etimologicamente alla base dell’intelligenza (inter legere: trascegliere, distinguere). In quanto principio, legge razionale della realtà, poi (analogamente al greco logos, di cui era la traduzione), era naturale che la ratio potesse anche rappresentarne la causa, il criterio di spiegazione. Per contro, non sorprende che in quanto raccolta, organizzazione ed esposizione dei dati (ragionamento, appunto), la ragione come facoltà intellettiva non sia stata ritenuta, in ambito filosofico, fonte di conoscenza suprema: la ratio latina corrispondeva alla diànoia greca, ossia al pensiero discorsivo, che procede per sillogismi, mediazioni, ricavando conclusioni da premesse; ma la conoscenza più alta, per Platone e Aristotele, era la nóesis, l’intuizione intellettiva, la quale coglie in modo in-mediato la verità dei principî fondamentali del pensiero e dell’essere.