Tratto da Domani di Federica Tourn In chiusura del festival Tempi radicali a Modena, il 2 aprile, è stato ospite di Domani anche il cardinale Matteo Maria Zuppi. Un'importante occasione di dialogo, a cui bisogna dare atto che il presidente della Cei si è prestato volentieri, pur potendo immaginare che sarebbe andato incontro anche a domande scomode. Intervistato dal direttore Stefano Feltri, si è infatti mostrato sicuro e a suo agio sui temi di cui è abituato a parlare, dalla sinodalità alle periferie esistenziali care a papa Francesco fino addirittura a confrontarsi sui diritti lgbtq e il fine vita, ma ha cambiato passo ed è apparso sulla difensiva appena si è affrontato il tema degli abusi clericali. Ha fatto però in proposito affermazioni molto interessanti: proviamo quindi a riprenderle punto per punto.
tratto da datibenecomune.it   Quanti sono gli allievi che si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica (IRC) nelle scuole italiane? Ci sono delle regioni o province in cui i “no” alla materia facoltativa dell’IRC superano quelli di altre zone d’Italia? L’aumento dell’età degli allievi influisce sulla scelta? E quanti sono gli studenti che si avvalgono invece di un’attività alternativa, che per legge dovrebbe essere proposta e garantita dagli istituti scolastici?
La dichiarazione con la quale la CEI reagisce alle linee guida annunciate ieri sera per la cosiddetta fase 2 (vedi sotto) costituisce un documento di considerevole interesse. L'esordio: "Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”. Cioè: poiché il nostro impegno sociale nasce dall'eucaristia, non è chiaro come faremo a portarlo avanti, se ce le negate. Sappiatevi regolare, perché senza di noi siete in guai ancora peggiori. Per quanto riguarda il seguito, offriamo una traduzione in lingua corrente. Finora abbiamo fatto il nostro e non abbiamo piantato grane: con l'aria che tira, avreste dovuto ringraziarci. Che cosa fare da qui in avanti ve l'abbiamo detto e ridetto e ci aspettavamo che avreste obbedito. A questo punto consigliamo, a voi e ai vostri comitati scientifici, un solerte ravvedimento.
La discriminazione religiosa al tempo di facebook e del corona virus funziona così: Un ente religioso che da decenni beneficia di accordi privilegiati con lo stato italiano, frutto di ancora più vecchi accordi stipulati con una dittatura fascista, decide di mandare il suo rappresentante a fare un atto simbolico di benedizione. Il fatto viene ripreso sulla tv nazionale a reti unificate e a livello mondiale.