Articolo di Sergio Velluto, presidente del concistoro della Chiesa Valdese di Torino   “Maria, l’unica creatura umana senza peccato nella storia”. Queste...

Tratto da La Repubblica Arruolato nel 2020, il buon Dio si trova da tempo impigliato con la patria e la famiglia...

Tratto da IlManifesto.it La sindaca leghista di Monfalcone attacca le donne che fanno il bagno vestite. Ma non sa nulla delle...

La Chiesa Cattolica, nonostante il suo centralismo, sa cambiare pelle alla ricerca del più conveniente habitat economico e politico nei diversi paesi del mondo. Sempre alla ricerca delle migliori condizioni dunque, in paesi diversi dall'italia, il Vaticano stipula accordi diversi. Un esempio chiaro di come questa Italia così secolarizzata e laica "goda", nei suoi rapporti col Vaticano, di condizioni di maggior sfavore rispetto al resto del mondo, viene dalla Spagna, paese oggi modernissimo ma a lungo ostaggio di un cattolicesimo severo e totalizzante, dove il secolo dei lumi produsse solo vaghi bagliori e alla vigilia della Rivoluzione Francese si bruciavano ancora le streghe...
Due Paesi due misure. L'8x1000 non è Urbi et orbi

In merito alla laicità degli spazi pubblici, Valentino Castellani, già Sindaco di Torino e presidente del Comitato interfedi della Città di Torino, nel corso di un'audizione in Comune ha detto parole definitive sull'antica diatriba relativa al crocifisso nella sala del Consiglio comunale e in generale sui simboli religiosi negli spazi istituzionali. “Il Comitato Interfedi ha sempre ritenuto che la laicità delle istituzioni pubbliche sia una garanzia per tutte le fedi religiose. Lo spazio pubblico, specie se istituzionale, è uno spazio caratterizzato dai principi della Carta costituzionale e non chiede l’uso di simboli religiosi. Questione resa ancor più delicata e complessa quando la comunità è una comunità multireligiosa”. Castellani ha auspicato che la riflessione operata dal Comitato Interfedi sia utile al Consiglio comunale in vista del voto che a breve dovrà esprimere su questa materia
Tratto da La Repubblica di Wlodek Goldkorn A conclusione di Il terzo tempio, il testo che Abraham B. Yehoshua ha dato alle stampe in Israele pochissimi mesi prima della sua scomparsa, avvenuta un anno fa il 14 giugno 2022, e che ora Einaudi pubblica nella traduzione di Sarah Parenzo, il protagonista, un rabbino, va al mercato per comprare e portare a casa frutta e verdura.