Tratto da La Repubblica di Paolo Mastrolilli Il principio della separazione tra Stato e Chiesa è in pericolo negli Stati Uniti, dove ormai viene apertamente contestato da un'ampia corrente del Partito repubblicano. Lo dimostrano le tre leggi appena approvate dal Senato del Texas, che ordinano di esporre i Dieci comandamenti nelle scuole pubbliche, creare spazi per la preghiera e lo studio della Bibbia nelle aule, e codificare nell'impianto legislativo locale la sentenza della Corte Suprema che aveva difeso l'allenatore di una squadra di football scolastica, punito perché alla fine della partita aveva pregato in mezzo al campo. I testi ora passano all'esame della Camera.
Tratto da Orizzonte Scuola di Andrea Carlino Ha destato enorme scalpore l’episodio dalla maestra, originaria della Sardegna, sospesa per aver pregato con gli studenti in classe. La vicenda ha suscitato forti reazioni da parte non solo dell’opinione pubblica, ma anche della politica.
Tratto da Il Manifesto di Luciana Cimino IL CASO. Padova, l'iniziativa dell’istituto Scalcerle. La Rete degli studenti medi: «È il fallimento dell’istruzione, una competizione tossica». Il preside: «Un modo per far conoscere i ragazzi più bravi e dargli visibilità». Flc Cgil Veneto: «Questa selezione stride con la realtà che si affronta nelle classi».
Tratto da La tecnica della scuola di Lucio Ficara In un Istituto di Istruzione Superiore della Calabria, la dirigente scolastica obbliga, con circolare scritta, i docenti ad accompagnare le classi in chiesa per il precetto pasquale. Si tratta di un ordine di servizio palesemente illegittimo, infatti i docenti sono liberi di decidere se accettare o meno l’incarico di accompagnatori per la visita in chiesa.
Comunicato stampa del Cidi ..il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a se stessa da passanti indifferenti. …avere fiducia nel futuro e aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza, in contrapposizione ai cantori del valore delle frontiere e del sangue degli avi e di chi continua ad alzare muri.
Di Davide Babboni

L’articolo su Avvenire.it dell’11 febbraio 20231 esordisce così: Mentre la politica si accapiglia sull’eventualità che l’autonomia differenziata possa produrre venti sistemi scolastici regionali diversi, nel silenzio generale l’Italia sta scivolando verso il monopolio statale dell’educazione. Come vedremo l’allarme non deve lasciare indifferenti coloro che guardano alla società, e soprattutto alla scuola, da una posizione rigorosamente laica.

Tratto da MicroMega di Rossella Guadagnini

“L’Europa ci dà le risorse del Pnrr non per filantropia, ma perché teme il crollo dell’Italia”. Così il presidente Svimez, Adriano Giannola, durante l’incontro odierno a Napoli “Un Paese, due scuole”, che ha messo in luce la gravità della nostra situazione scolastica e il divario esistente tra il nord e il sud d’Italia. Il crollo degli investimenti sull’istruzione negli ultimi 10 anni al meridione è stato infatti molto più pesante nel meridione, accrescendo le disuguaglianze già esistenti. Lo spiega bene la seguente parabola confermata da dati che parlano chiaro. “In Italia ci sono due bambini, nati lo stesso anno. Una si chiama Carla e vive a Firenze, l’altro Fabio e vive a Napoli. Entrambi decenni, frequentano la quinta elementare in una scuola della loro città. Ma mentre la bambina toscana, secondo i dati del rapporto Svimez 2023 sulla scuola, ha avuto garantite dallo Stato 1226 ore di formazione, il bambino cresciuto a Napoli non ha avuto a disposizione la stessa offerta educativa, perché nel mezzogiorno mancano infrastrutture e tempo pieno.

Tratto da Open

I genitori non si mettono d’accordo. E sulla scuola della figlia decide il giudice. Sarà pubblica, come vuole la madre, e non privata, come chiede il padre. «In caso di conflitto si deve scegliere un sistema laico e gratuito», spiega il giudice del tribunale di Roma ai due, che si stanno separando. Per la piccola il momento è particolarmente delicato. Mentre i genitori si danno battaglia legale, lei dovrà presto affrontare il passaggio dall’asilo nido alla scuola materna. Secondo il padre, questo dovrebbe avvenire «in continuità con il percorso scolastico avviato», ovvero nello stesso istituto privato. La madre, però non ci sta, e – riporta la Repubblica di Roma – si batte per l’iscrizione della figlia a una scuola pubblica, «anche senza il consenso paterno». E se lei non avrà la meglio, la donna chiede che le rette della scuola privata siano «a carico esclusivo del padre».

Tratto da Dire di Chiara Adinolfi 

ROMA –  Il video che sta già circolando sui social è confusionario, ma basta per capire lo stato di tensione che si è accesa questa mattina al liceo ‘Einstein’ di Via Bologna a Torino, da ieri occupato per protestare contro “il modello scolastico disegnato dal ministro dell’Istruzione Valditara e contro il suo concetto di merito”, spiega alla Dire Martina, studentessa torinese. Nelle immagini pubblicate sulle pagine Instagram di ‘Osa nazionale‘ e ‘Collettivo Einstein Torino‘, si vedono gli occupanti trincerati dentro la scuola e, fuori dai cancelli, gli agenti della Digos in borghese che tentano di accedere. Per una frazione di secondo, si vede il braccio di un agente attorno al collo di uno studente, poi la presa viene lasciata, il cancello si richiude e gli studenti tornano a urlare “fuori la polizia dalle scuole”. “Ora la situazione si è calmata”, spiega alla Dire Martina, che non frequenta il liceo Einstein ma fa parte di Osa Torino, l’organizzazione studentesca che ha promosso l’occupazione. Dopo l’episodio di questa mattina gli studenti hanno indetto un’assemblea nel primo pomeriggio e sono intenzionati a continuare la loro protesta. “Forse l’occupazione dell’Einstein ha dato fastidio perché non è stata una finta occupazione ma una vera protesta, con corsi sulla lotta No-Tav, e laboratori sul diritto alla casa e sul conflitto in Palestina”, spiega la studentessa. “L’intenzione è quella di far proseguire l’occupazione fino a venerdì, ma a questo punto speriamo di coinvolgere anche altre scuole e di estendere la protesta”, aggiunge.

Tratto da FCEI

Sono aperte fino al prossimo 30 gennaio le iscrizioni scolastiche per l’anno 2023-24. Tra le scelte richieste a genitori e studenti anche quella di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica (IRC). Lo “Sportello Scuola, Laicità, Pluralismo” della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ha redatto una serie di Domande e risposte – le cosiddette FAQ / Frequently Asked Questions – per agevolare la compilazione dell’iscrizione, fornire informazioni, evidenziare problemi e offrire soluzioni. Lo “Sportello Scuola, Laicità, Pluralismo” può essere contattato all’indirizzo email scuola@fcei.it.