In Europa sono decine gli intellettuali e scrittori minacciati da fanatici islamici.
Nel 1989, quando l’ayatollah Kohmeini emanò la fatwà contro Salman Rushdie, Hamed Abdel-Samad era uno studente liceale in un paesino in Egitto. Un giorno il suo professore di arabo entrò in classe parlando di uno scrittore indiano al soldo dell’Occidente che aveva offeso l’islam e citando un importante poeta egiziano, Farouk Gouida, che aveva descritto Rushdie come “un uomo il cui cuore era posseduto dal diavolo e profetizzava che un giorno un cavaliere musulmano avrebbe tagliato la sua testa diabolica”. “In quanto musulmano devoto che venerava il Profeta”, racconta Abdel-Samad, “all’epoca non avevo altra scelta che odiare Rushdie, proprio come tutti gli altri intorno a me”.