Tratto da volerelaluna, di Giovanna Lo Presti Non ricordo un periodo precedente al nostro in cui l’unanimismo abbia saturato a tal punto l’informazione giornalistica e televisiva da renderla difficilmente tollerabile da parte di chi avrebbe la pretesa di pensare con la propria testa. Il “la” è stato dato dal Governo Draghi, il “governo dei migliori”, il cui unico merito è stato quello di mandare in giro, quasi fosse la Madonna Pellegrina, un premier in sintonia con la razza padrona europea e mondiale. Se faccio riferimento a due ambiti in cui ho una qualche competenza, la scuola e l’ambiente, posso dire con certezza che il Governo Draghi, non solo non ha fatto nulla di buono ma, anzi, ha peggiorato la già precaria situazione. Lascio da parte, per evidenti demeriti, ogni annotazione sulla politica scolastica del Governo Draghi, nonché sull’uso dei fondi del PNRR per le scuole. La “transizione ecologica” si è rivelata una farsa nel momento stesso in cui Draghi, a fine febbraio scorso, ha proposto il ritorno al carbone. Qualche anno fa Assocarboni informava che «l’Italia importa via mare circa il 90% del proprio fabbisogno di carbone». I dati (tratti dal sito https://www.green.it) si riferiscono al 2016, lo stesso anno in cui il WWF pubblicò il rapporto “Spazzare via la nuvola nera d’Europa: tagliare il carbone salva vite umane”, titolo esplicito e che non richiede commento. Le sette centrali ancora in attività in Italia sono altamente inquinanti e, notoriamente, il nostro Paese non produce carbone, se non nel bacino del Sulcis Iglesiente. Quindi, è bastato l’alito fetido di una guerra sostenuta con le armi dall’intero Occidente per buttare alle ortiche la maschera “verde” e correre ai ripari pur di proteggere un modello di sviluppo scellerato e incurante dei beni più preziosi, la salute e la vita; per giunta nella consapevolezza che l’Italia, anche per il carbone, dipende dall’estero. E questa sarebbe la serietà del migliore dei premier possibili?