Tratto da Il Post 

All'interno di una causa di gruppo per le violenze e gli abusi compiuti nelle "scuole residenziali" tra Ottocento e Novecento.

Il governo canadese ha accettato di risarcire con 1,9 miliardi di euro (2,8 miliardi di dollari canadesi) le comunità indigene del paese per gli abusi commessi nelle cosiddette “scuole residenziali” istituite e gestite dal governo e dalla Chiesa cattolica tra la seconda metà dell’Ottocento e il Novecento. La decisione – che deve ancora essere approvata da un tribunale – sarebbe la conclusione di una causa legale collettiva portata avanti da 325 gruppi indigeni canadesi per le violenze e gli abusi compiute sui minori all’interno di quello che una commissione nazionale ha definito anni fa «un genocidio culturale».

Tratto da Il Foglio The Lancet in allarme per l’eutanasia in Canada: anche la “bibbia” dell’establishment medico-scientifico denuncia la deriva della “dolce morte”. “Con l’aumento del numero di decessi in base alle disposizioni della legge sull’assistenza medica a morire, la sua imminente espansione includerà le persone con malattie mentali”, racconta la rivista. L’anno scorso, già tre esperti dei diritti umani delle Nazioni Unite hanno riferito che la legge canadese vìola la Dichiarazione universale dei diritti umani. Il Bill C-7 riconoscerà il diritto all’eutanasia non più soltanto ai malati terminali capaci di intendere e di volere, ma anche alle persone affette da demenza. “I futuri canadesi dovranno scusarsi per l’eutanasia ai disabili?”. L’editoriale è stato pubblicato due settimane fa dal Washington Post, un giornale non certo avvezzo alle guerre culturali. Tra il 2016 e il 2021, il personale medico  ha somministrato dosi letali a più di 31 mila persone che di solito, ma non sempre, erano malate terminali. Una inchiesta dell’Associated Press ha tirato fuori un audio in cui il direttore di un ospedale canadese dice a un paziente non terminale che la sua degenza in ospedale “ci costa 1.500 dollari al giorno” e che l’eutanasia sarebbe raccomandata. Dei 10 mila canadesi che hanno ricevuto l’eutanasia lo scorso anno, 1.740 soffrivano di solitudine, come si evince dal rapporto annuale del dipartimento della Salute. La “dolce morte” non era riservata soltanto ai malati terminali? Tim Stainton, direttore del Canadian Institute for Inclusion and Citizenship dell’Università della British Columbia, ha descritto la legge canadese come “probabilmente la più grande minaccia esistenziale per le persone disabili dai tempi del programma nazista nella Germania degli anni 30”. C’è più di un motivo per essere allarmati da questo piano inclinato.
Tratto da Tio.Ch, di Simone Roncoroni
Il primo ministro ribadisce che il viaggio di Francesco è solo il primo passo verso la riconciliazione
OTTAWA - Il governo canadese non ha usato giri di parole: le scuse di Papa Francesco verso i popoli indigeni, per gli abusi nelle scuole residenziali gestite dalla Chiesa, non sono sufficienti. Le dichiarazioni sono arrivate quando il viaggio del Pontefice è giunto alla seconda tappa, a Quebec City. Nella città canadese il Papa ha incontrato, durante la giornata di ieri, il primo ministro Justin Trudeau e la governatrice Mary Simon.
Il tentativo del Vaticano di fare chiarezza su un passato tanto controverso quanto ambiguo, ha sollevato parecchie critiche. Le perplessità del governo canadese si sono unite all’indignazione di alcune vittime, che non hanno apprezzato il silenzio sugli abusi sessuali subiti dai bambini indigeni nelle scuole. Il mea culpa del Papa non ha raccolto quindi i consensi sperati. Alcune lacune nelle scuse presentate da Francesco non sono piaciute e sono state rimarcate da molte vittime.