Tratto da Il Mulino di Emanuele Felice
Nel panorama del cinema italiano, Stranizza d’amuri (Giuseppe Fiorello, 2023) è una perla inaspettata. Chi pensa di andare a vedere un filmetto romantico, un vivace debutto, con qualche canzoncina di Battiato e divertenti quadretti siciliani, si ritrova invece davanti a un’opera, classica e originale a un tempo, che lascia una profonda impressione. E che è anche, in effetti, tutto quello che ci si aspetta: storia romantica e belle canzoni (non solo di Battiato), ritratto del Meridione. Però è anche di più. Amarcorddi Fellini, voltato in catanese. E neorealismo. Una storia durissima, come solo certe grandi storie d’amore sanno essere; anche perché è una storia vera.