Così iniziò la Resistenza
“Cittadini di Cuneo, Italiani, la notizia che da tanto tempo attendevamo è giunta. Mussolini è stato deposto o, come dice l’eufemistico...
“Cittadini di Cuneo, Italiani, la notizia che da tanto tempo attendevamo è giunta. Mussolini è stato deposto o, come dice l’eufemistico...
Tratto da Editorialedomani di Dario Venegoni
Arriva il Giorno della memoria e già si alza il coro: non bisogna dimenticare!
E invece si è già dimenticato da un pezzo.
Gli oppositori politici, che costituivano la grande maggioranza delle vittime italiane dei lager nazisti, infatti, non trovano spazio alcuno nella narrazione pubblica: sono già dimenticati, anche dalle più alte cariche dello stato, che in occasione del 27 gennaio riservano la loro attenzione esclusivamente alla Shoah, lo sterminio degli ebrei.
Per capirci, converrà provare a ricordare poche essenziali cifre. Gli italiani deportati nei campi gestiti dalle SS – Auschwitz, Mauthausen, Dachau, Ravensbrück e gli altri – che furono diversi dai campi di internamento dei militari o dai campi di lavoro, furono circa 40mila. Circa 8mila furono gli ebrei, interi gruppi famigliari, presi con anziani, donne e bambini, tutti ugualmente identificati come «nemici irreconciliabili» (definizione di Mussolini) del fascismo e del nazismo.
Gli altri, oltre 30mila, non erano ebrei; vennero bollati in grandissima maggioranza dai loro carnefici come "politici". Erano a vario titolo oppositori del fascismo e del nazismo; quelli, per usare una espressione di Liliana Segre, che avevano fatto la scelta di non essere indifferenti di fronte al fascismo.
Nel 1924 un entusiasta e fascistissimo pastore della Chiesa valdese (che ha avuto una storia moderna e progressista, ma anche qualche Malan), afferma che la metempsicosi è ormai una verità rivelata e che in virtù della stessa lo spirito di Cristo dopo molti secoli di sonno è passato nel corpo dell’uomo che fu Dante Alighieri e poi, dopo altri secoli di sonno, lo stesso spirito è passato in quello di Mussolini, in cui si sarebbe incarnato il veltro che Dante aveva profetato. E allora vuoi vedere che il ministro della cultura Sangiuliano, triste perché la destra politica, a lui cara, è scarsamente rappresentata culturalmente, ha ragione a vedere in Dante un precursore della sua parte politica? A questo punto però bisognerebbe chiedere al ministro-medium se per caso il veltro della profezia dantesca, quello che riscatterà l’Italia cacciandone la lupa comunista e luciferina, non sia al giorno d’oggi incarnato in Giorgia Meloni o addirittura in Ignazio La Russa nel quale, metempsicosi o no, un po’ di Mussolini si agita e dunque anche, incredibilmente, un po’ di Dante…ed ecco che il cerchio si chiude (speriamo lasciando fuori almeno il Cristo). Aspettate un po’ e vedrete che tra un fatidico ritorno ed un altro tornerà anche la grandezza romana e il nostro destino imperiale.