ROMA – “La Corte di Cassazione – sezione III civile ha emesso la sentenza 26209/22 con cui ha accolto il ricorso di una paziente Testimone di Geova a cui era stata effettuata una trasfusione di sangue contro la sua volontà. Il dissenso espresso prima dell’intervento secondo la Corte doveva essere rispettato dai medici perché “la necessità della trasfusione era stata logicamente indicata come consustanziale all’intervento da effettuare, e rispetto a – ovvero in funzione di – tale specifica possibilità, concreta per quanto non già di presente evidenza, vi era stato espresso dissenso”. Lo rendono noto i Testimoni di Geova in una nota stampa.