Tratto da Il Mulino
Per tutta la giornata di domenica 11 giugno 1995, gli elettori e le elettrici che si recano ai seggi elettorali ricevono dodici schede. È una tornata referendaria di quelle abbondanti, che riflette – in modo forse già un poco tardivo, stanco, svogliato persino – gli strascichi dei fermenti degli anni precedenti. C’è stata Mani pulite, c’è stato il crollo parziale del sistema dei partiti, e c’è stata un’attenzione forte all’istituto del referendum, inteso e discusso quale modo facile e immediato di interpellare direttamente la sovranità popolare. Quattro schede, un terzo di quelle disponibili, hanno a che fare con la televisione. Anche qui, è lo spirito di un tempo in cui si è provato a dare una forma più stabile a un sistema dei media cresciuto lungo gli anni Ottanta in modo sregolato, intercettando le spinte europee verso la commercializzazione “all’americana”, ma anche declinandole nella forma più ricca e spregiudicata.