Tratto da Wired
Alla maggior parte di noi sarà capitato almeno una volta di imbattersi nel termine cancel culture, che indica il boicottaggio di celebrità, politici o personaggi di spicco che nel corso della loro vita hanno manifestato un pensiero o hanno messo in atto comportamenti razzisti, misogini, abilisti e discriminatori, non in linea con la nuova sensibilità contemporanea. Qualche mese fa, per esempio, lo scrittore britannico Salman Rushdie ha parlato di censura senza precedenti riferendosi alla decisione da parte della casa editrice di modificare i libri per ragazzi del celebre autore Roald Dahl, per rendere il linguaggio più inclusivo, in nome di quello che molti chiamano politically correct.