Il prossimo 27 gennaio si celebra come ogni anno la giornata della Memoria. In quel giorno del 1945 le...

Tratto da Editorialedomani di Dario Venegoni

Arriva il Giorno della memoria e già si alza il coro: non bisogna dimenticare!

E invece si è già dimenticato da un pezzo.

Gli oppositori politici, che costituivano la grande maggioranza delle vittime italiane dei lager nazisti, infatti, non trovano spazio alcuno nella narrazione pubblica: sono già dimenticati, anche dalle più alte cariche dello stato, che in occasione del 27 gennaio riservano la loro attenzione esclusivamente alla Shoah, lo sterminio degli ebrei.

I NUMERI

Per capirci, converrà provare a ricordare poche essenziali cifre. Gli italiani deportati nei campi gestiti dalle SS – Auschwitz, Mauthausen, Dachau, Ravensbrück e gli altri – che furono diversi dai campi di internamento dei militari o dai campi di lavoro, furono circa 40mila. Circa 8mila furono gli ebrei, interi gruppi famigliari, presi con anziani, donne e bambini, tutti ugualmente identificati come «nemici irreconciliabili» (definizione di Mussolini) del fascismo e del nazismo.

Gli altri, oltre 30mila, non erano ebrei; vennero bollati in grandissima maggioranza dai loro carnefici come "politici". Erano a vario titolo oppositori del fascismo e del nazismo; quelli, per usare una espressione di Liliana Segre, che avevano fatto la scelta di non essere indifferenti di fronte al fascismo.