Tratto da Save the Children  Il lavoro minorile è un fenomeno globale che mette a repentaglio i diritti fondamentali di bambine, bambini e adolescenti, negando loro la possibilità di studiare, di crescere in maniera sana e di godere del massimo benessere fisico e psicologico. A livello globale, sono 160 milioni i bambini tra i 5 e i 17 anni, nelle maglie dello sfruttamento lavorativo, di cui quasi la metà, 79 milioni, costretti a svolgerelavori duri e pericolosi, che possono danneggiare la loro salute ed il loro sviluppo psico-fisico.
Tratto da Ohga di Maria Teresa Gasbarrone Letteralmente “accompagnatrici di clinica”, le “clinic escort” sono delle vere e proprie scorte che negli Stati Uniti accompagnano le donne all’entrata e all’uscita dalle cliniche che consentono l’aborto. Il loro obiettivo è proteggerle dagli insulti degli anti-abortisti. La loro storia è la prova che in fatto di salute il diritto all’aborto è tra i più minacciati, non solo negli Usa.
Tratto da il Post Ciclicamente le migrazioni e le loro conseguenze ottengono grande visibilità nel dibattito italiano. Sta accadendo anche nelle ultime settimane, dopo il naufragio di una barca piena di migranti in Calabria e numeri più ingenti del solito di arrivi sulle coste italiane. Di solito però questi discorsi riguardano un pezzetto molto autoriferito di una questione gigantesca, gli arrivi via mare in Italia dalla Libia e dalla Tunisia, di cui si parla perlopiù nella misura in cui condizionano il dibattito politico. Gli umani migrano da sempre, continueranno a migrare e lo fanno in tutto il mondo in contesti notevoli ma forse poco raccontati, qui.
Tratto da italialaica di Alessandro Giacomini Che fine ha fatto il disegno di legge 1442 del 2014 in materia di sessualità assistita per persone con disabilità? Perché non è stato dibattuto in senato, ove giace da quasi dieci anni? Forse la risposta la si trova rileggendo l’aberrante reazione dell’agenzia di informazione cattolica romana che già nei giorni seguenti alla proposta di legge sentenziava: “Il perverso disegno di legge “Disposizioni in materia di sessualità assistita per persone con disabilità” è figlio della rivoluzione sessuale che negli ultimi decenni ha minato le fondamenta morali ed etiche della nostra società. Una rivoluzione che a partire dal celebre motto «make love not war» ha ridotto la sessualità a mero piacere, disgiungendola dalla procreazione, e ha reso l’uomo, al pari dell’animale, schiavo dei propri impulsi e istinti sessuali.”
Tratto da Eco Internazionale di Alessia Lentini Kaïs Saïed, democraticamente eletto nel novembre 2019, con la sua discesa  autoritaria  ha portato la Tunisia, simbolo virtuoso della primavera araba, dentro a una profonda crisi economica che si è rapidamente tradotta in una preoccupante crisi democratica. Le promesse fatte in campagna elettorale sono state tutte disilluse. L’uomo forte al potere, osannato da tanti e simbolo di speranza per molti, ha perso rapidamente l’affetto del suo popolo, che adesso urla nelle piazze slogan come «la gente vuole quello che tu non vuoi. Abbasso Saïed».
Tratto da Amnesty  L’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia ha dato luogo a numerosi crimini di guerra, ha generato una crisi energetica globale e ha favorito un’ulteriore frattura di un sistema multilaterale già indebolito. Ha anche messo in evidenza l’ipocrisia degli stati occidentali, che hanno reagito con forza all’aggressione russa ma hanno condonato, o ne sono stati complici, gravi violazioni dei diritti umani altrove. Il “Rapporto 2022-2023. La situazione dei diritti umani nel mondo”, presentato oggi da Amnesty International (pubblicato in Italia da Infinito Edizioni) rivela come i doppi standard e le risposte inadeguate alle violazioni dei diritti umani nel mondo abbiano alimentato impunità e instabilità, come nel caso dell’assordante silenzio sulla situazione dei diritti umani in Arabia Saudita, della mancanza d’azione rispetto a quella dell’Egitto e del rifiuto di contrastare il sistema di apartheid israeliano nei confronti dei palestinesi.
Tratto da il manifesto di Francesco Pallante Tra le più nefaste conseguenze del sotto finanziamento del Servizio sanitario nazionale (Ssn), particolarmente pesante è quella che, da molti anni, si abbatte sui malati non autosufficienti. Nonostante la loro condizione di malattia, il più delle volte certificata dalle stesse strutture del Ssn, sempre più numerosi sono i non autosufficienti lasciati privi di assistenza sanitaria, specialmente a causa degli atti amministrativi con cui le regioni e i comuni aggirano, violandole, le leggi attuative del diritto costituzionale alla salute (esse stesse, peraltro, oggi minacciate dal progetto di legge sulla non autosufficienza).
Tratto da volerelaluna di Giovanni Caprio

La differenziazione prevista in Costituzione e insita nell’autonomia non può non essere messa in stretta relazione con tutti gli altri principi fondamentali con cui la Costituzione segna in modo irrevocabile la nostra Repubblica, in particolare con quello di uguaglianza sostanziale, che chiama in causa il pieno sviluppo della personalità di ciascuno e l’effettiva partecipazione di tutti alla vita economica, politica e sociale del Paese. Stiamo parlando del collante che consente alla nostra Repubblica di essere una e di restare indivisibile, di rendere permanente il processo di unificazione nazionale tramite la lotta alle diseguaglianze tra persone, tra gruppi e tra territori. Il regionalismo, dunque, pur se basato sulla differenziazione, non può assolutamente trasformarsi in un moltiplicatore delle diseguaglianze, pena il venir meno dell’adempimento dei «doveri inderogabili di solidarietà economica, politica e sociale» di cui all’art. 2 della Costituzione. C’è bisogno, quindi, di un regionalismo ripensato e organizzato su base solidaristica in grado di ridurre sempre più le disuguaglianze territoriali e non già di “fughe in avanti” verso differenziazioni territoriali ulteriori che potrebbero irrimediabilmente compromettere l’unità del Paese. Una unità che già scricchiola pesantemente sotto il peso delle attuali differenziazioni territoriali. A partire dalla scuola.

Tratto da Avvenire di Eugenio Fatigante Una di quelle piccole storie di grande coraggio che però hanno inciso nel profondo del vissuto delle donne in Italia. E’ la storia di Franca Viola che ad Alcamo, nella Sicilia ancora arcaica del 1966, fu la prima a rifiutare il “matrimonio riparatore” (previsto dalle leggi dell'epoca dopo quella che sull’isola viene chiamata “fuitina” fra due giovani), portando la vicenda in un’aula di tribunale e contestando al suo rapitore e stupratore di essere stata consenziente. Una eroina, Franca (tuttora vivente), che ha fatto tanto per tutte le donne e che è meno conosciuta di quanto meriterebbe. Protagonista di una vicenda conclusa di fatto solo nel 1981 quando il “matrimonio riparatore”, che prima estingueva addirittura il reato di stupro, venne definitivamente cancellato dal codice penale. Pare un’eternità fa, sul piano culturale e del costume, eppure in fondo sono passati “appena” 40 anni.
Tratto da Il Post Nei giorni successivi al grave naufragio avvenuto il 26 febbraio a Steccato di Cutro, in provincia di Crotone (Calabria), il governo guidato da Giorgia Meloni ha spiegato più voltedi volere impedire gli arrivi via mare di migranti contrastando le attività di due figure: i trafficanti di esseri umani e i cosiddetti “scafisti”, un termine usato quasi solo quando si parla di immigrazione per definire persone che guidano le imbarcazioni o i gommoni su cui i migranti arrivano in Italia. Mentre i trafficanti, cioè le persone che organizzano questi viaggi, sono spesso assai difficili da individuare e processare, ogni anno in Italia vengono arrestati decine di cosiddetti scafisti.
Tratto da quotidianosanità di Cesare Fassari In tutti i paesi dell'OCSE l’accesso tempestivo ad adeguate cure di fine vita per alleviare i sintomi per le persone con malattie terminali come dolore, dispnea e angoscia, è basso: è infatti meno del 40% la percentuale di chi riceve cure palliative. Una percentuale che in Italia scende intorno al 35% anche se il nostro Paese ha recentemente implementato un modello di identificazione precoce dei pazienti con bisogni di cure palliative attraverso l'integrazione tra cure primarie e cure palliative domiciliari.