Tratto da Rai News di Antonio Bonanata
Il governo brasiliano del presidente Lula si appresta a cambiare la carta d'identità nazionale (Cin) per renderla “più inclusiva e rappresentativa”. A marcare la differenza, la scomparsa del campo “sesso” in cui ci si deve identificare. Anzi, come si dovrebbe scrivere secondo le regole dello schwa, “in cui ciascun cittadin* deve identificarsi”. Non sarà presente neanche la denominazione sociale e anagrafica, d'ora in poi la carta di identità conterrà solo il nome con cui la persona si dichiara nell'atto di emissione della stessa.
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In base a una legge del 1967 i registri elettorali – ovvero gli elenchi stilati dal ministero degli Interni che regolano l’accesso degli elettori ai seggi – sono divisi in base al genere: le persone che da carta d’identità risultano essere di genere femminile vengono iscritte in un elenco, quelle che risultano essere di genere maschile in un altro. Nel giorno delle elezioni, poi, il presidente del seggio elettorale può decidere se chiedere ai suoi scrutatori di chiamare gli elettori al seggio in base al genere o meno. Così, oggi come in passato, nella maggior parte dei seggi gli elettori sono stati divisi in due file secondo questo criterio.