Tratto da Il Manifesto di Vincenzo Vita Ieri si è celebrata in diversi paesi, ivi compresa l’Italia (a Genova e a Roma) e a partire da Washington, la giornata di mobilitazione per non dimenticare il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange. Ricorrevano, infatti, quattro anni dall’arresto da parte della polizia del giornalista australiano cui aveva dato asilo l’ambasciata dell’Ecuador presso il Regno Unito. Da allora Assange non ha più visto altro che le mura di una minuscola cella del carcere di massima sicurezza di Belmarsh, chiamato la Guantanamo inglese.
Tratto da Il Mattino di Simone Pierini Addio a un mito della musica: Harry Belafonte, che negli anni 50 aveva sfondato le classifiche pop ma anche le barriere della razza, diventando una forza nel movimento per i diritti civili, è morto nella sua casa dell'Upper West Side di Manhattan. Aveva 96 anni. La causa è stata un’insufficienza cardiaca congestizia, ha dichiarato Ken Sunshine, suo portavoce di lunga data.
Tratto da Altreconomia di Nicola Villa Nell’agosto del 2016 la scrittrice turca Aslı Erdoğan, nata a Istanbul nel 1967, venne arrestata insieme a ventidue giornalisti del giornale filo-curdo Özgür Gündem con l’accusa di “fare propaganda terroristica”. La sua incarcerazione ebbe una risonanza mondiale: il New York Times l’ha eletta una delle donne più influenti quell’anno e a Parigi le venne assegnato il Premio Simone de Beauvoir per la libertà delle donne. Dopo quattro mesi in carcere, riuscì a emigrare in Germania, dove tuttora risiede e continua a svolgere la sua attività di scrittrice e di intellettuale.
Tratto da Luce di Marianna Grazi “Molte donne sono ancora in un modello mediterraneo, che siano di origine italiana, marocchina o turca. È un modello famigliare in cui l’uomo lavora e la donna rimane a casa per occuparsi dei bambini”. Una frase shock quella pronunciata in diretta televisiva da Bernard Clerfayt, il ministro per il Lavoro della Regione di Bruxelles-Capitale, venerdì 14 aprile. Durante un’intervista all’emittente francofona Ln24, il politico belga ha esternato quelle che, secondo lui, sono le ragioni del divario occupazionale tra donne e uomini in città.
Tratto da Jacobin Italia di Phineas Rueckert

Mentre Guillermo Federico Ibarrola stava aspettando un treno nella metropolitana di Buenos Aires è stato prelevato da due poliziotti, fermato e trattenuto per sei giorni. Ibarrola non aveva commesso alcun crimine, né ne era stato testimone. Piuttosto, Ibarrola è stato la sfortunata vittima di un errore tecnico nel nuovo sistema di riconoscimento facciale basato sull’intelligenza artificiale della città, che è stato installato nel 2019 e che ora copre il 75% della capitale argentina.

Tratto da Luce di Marianna Grazi Quando le pattuglie della polizia morale non sono in zona, dove i singoli cittadini fedeli al regime non bastano, ci pensano i video di sorveglianza. Le autorità iraniane, infatti, hanno iniziato ad installare telecamere nei luoghi pubblici per identificare le donne che violano l’obbligo di indossare il velo. Come riporta la Bbc, gli agenti e il governo promettono tolleranza zero verso chi non rispetta la legge che obbliga a coprirsi la testa. Una minaccia concreta, visto quello accaduto nei mesi scorsi, a partire dalla morte della 22enne curda Mahsa Amini.
Tratto da Save the Children  Il lavoro minorile è un fenomeno globale che mette a repentaglio i diritti fondamentali di bambine, bambini e adolescenti, negando loro la possibilità di studiare, di crescere in maniera sana e di godere del massimo benessere fisico e psicologico. A livello globale, sono 160 milioni i bambini tra i 5 e i 17 anni, nelle maglie dello sfruttamento lavorativo, di cui quasi la metà, 79 milioni, costretti a svolgerelavori duri e pericolosi, che possono danneggiare la loro salute ed il loro sviluppo psico-fisico.
Tratto da Amnesty International “Gravi violazioni dei diritti umani continuano senza sosta sia in Algeria che in Marocco, mentre molte delle leggi in entrambi i paesi sono ben lontane dall’essere allineate agli standard internazionali” ha dichiarato oggi Amnesty International, a seguito della 52ª revisione periodica universale (Upr) sul rispetto dei diritti umani delle Nazioni Unite sui relativi obblighi di ciascuno stato.
Tratto da Micromega di Martin Gak  Se in America i seguaci di Bannon vanno ricercati nel Tea party e tra le frange sciolte e marginali dell'estrema destra complottista, altrettanto non può dirsi dell'Europa, dove la sua conferenza romana è stata seguita dall’élite politica, nobiliare e clericale europea. L'obiettivo di questa alleanza è la diffusione di integralismo cristiano e politiche nazionaliste e reazionare in seno al contesto europeo.
Tratto da Eco Internazionale di Alessia Lentini Kaïs Saïed, democraticamente eletto nel novembre 2019, con la sua discesa  autoritaria  ha portato la Tunisia, simbolo virtuoso della primavera araba, dentro a una profonda crisi economica che si è rapidamente tradotta in una preoccupante crisi democratica. Le promesse fatte in campagna elettorale sono state tutte disilluse. L’uomo forte al potere, osannato da tanti e simbolo di speranza per molti, ha perso rapidamente l’affetto del suo popolo, che adesso urla nelle piazze slogan come «la gente vuole quello che tu non vuoi. Abbasso Saïed».
Tratto da Valigia Blu di Fabio Bozzato Attraversato il ponte sul Rio San Juan, ci si lascia alle spalle il centro storico di Matanzas tirato a lucido e si entra a Pueblo Nuevo, il quartiere più povero della città e uno dei più malfamati. Nel reticolo di strade dissestate e edifici malmessi, ci si imbatte d’improvviso in un caseggiato ricoperto di murales colorati, i marciapiedi puliti, un ambulatorio, le case degli artigiani e quelle aperte con gli altari della santería. Fino a dieci anni fa, Calle San Ignacio era una discarica a cielo aperto. Oggi è conosciuto come El Callejón de las tradiciones, un’attrazione turistica entrata nei cataloghi delle fiere internazionali.
Tratto da Amnesty  L’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia ha dato luogo a numerosi crimini di guerra, ha generato una crisi energetica globale e ha favorito un’ulteriore frattura di un sistema multilaterale già indebolito. Ha anche messo in evidenza l’ipocrisia degli stati occidentali, che hanno reagito con forza all’aggressione russa ma hanno condonato, o ne sono stati complici, gravi violazioni dei diritti umani altrove. Il “Rapporto 2022-2023. La situazione dei diritti umani nel mondo”, presentato oggi da Amnesty International (pubblicato in Italia da Infinito Edizioni) rivela come i doppi standard e le risposte inadeguate alle violazioni dei diritti umani nel mondo abbiano alimentato impunità e instabilità, come nel caso dell’assordante silenzio sulla situazione dei diritti umani in Arabia Saudita, della mancanza d’azione rispetto a quella dell’Egitto e del rifiuto di contrastare il sistema di apartheid israeliano nei confronti dei palestinesi.